Scheletri nell’armadio

Non voglio certo dare consigli a qualcuno o intromettermi in personalissime scelte, ma una cosa che non ho mai capito è perchè mai chi decide di aprire un blog  lo rende privato o scrive post protetti da password. Chi crea un blog su uno spazio pubblico sicuramente sa che si sta mettendo in vetrina: verranno a leggerlo potenziali visitatori del tutto sconosciuti, nascosti sotto un nick di fantasia, e che tali per lo più rimarranno anche se e quando diverranno suoi lettori o commentatori più o meno affezionati. Sa anche che in virtù dei poteri sconfinati della rete potranno giugere a lui da ogni dove, intenzionalmente o per puro caso, potranno venire a cercarlo o capitare per sbaglio o per curiosità tra le sue righe. E siccome è proprio questo che vuole, ovvero crearsi un pubblico  o degli amici virtuali per il piacere di raccontarsi e di trovare qualcuno che lo sta ad ascoltare e quindi solleticare il proprio narcisismo o magari rompere una solitudine troppo monotona o dire nell’anonimato quello che non direbbe a  viso aperto o, ancora, mostrare un’immagine ritoccata e abbellita di ciò che non è, magari suscitando anche romantiche fantasie nei lettori, ecco, per tutti questi motivi non capisco appunto a che pro mettere un lucchetto e creare un circolo privato di amici o, addirittura, di lettori di singoli post. Insomma scegliere quali, tra gli sconosciuti, verranno ammessi al proprio desco.

Per non parlare poi delle smanie di controllo sui visitatori, rese possibili da sistemi di monitoraggio ormai alla portata di tutti, innocente vezzo denotante una semplice curiosità al più venata da una punta di autocompiacimento, ma che può  virare in vere e proprie fantasie paranoiche (magari in soggetti predisposti)  su chi mai e per quali oscuri motivi si ferma ad osservare la propria vetrina. Il rimedio? La rete è un’arma potente, utilizzare con cautela. Forse è meglio non mettere in piazza tutti i fatti propri, e chi ha scheletri nell’armadio badi a tenerlo ben chiuso.


7 pensieri su “Scheletri nell’armadio

  1. il mio blog è protetto e lo è per ovvi motivi, se lo leggi.
    purtroppo viviamo in un mondo dove tutto è social ma a volte è bello potersi ritagliare uno spazietto per poter condividere con poche persone qualcosa di personale, senza doversi ritrovare in situazioni spiacevoli o imbarazzanti o semplicemente perchè, del mio circolo di amici, ce ne sono alcuni che meglio se certe cose non le vengono a sapere.
    faccio per dire, parlando in generale, ovviamente. 🙂

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  2. onlythetrue: come ho scritto non è mia intenzione intervenire su scelte personali, che possono avere tutti i loro buoni motivi; dico solo che chi crea un blog alla fine sa bene che chiunque può andare a leggere quello che scrive che poi è anche il senso dell’aprire un blog.
     

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  3. shineongold: è’ vero, ho istallato shinystat per pura curiosità, ma non passo il mio tempo a controllarlo e, soprattutto, me ne infischio di cercare di identificare chi sono i miei visitatori e non mi faccio prendere da manie persecutorie se noto che qualcuno  è molto assiduo (come purtroppo ho visto fare). La domanda, alla fine è "chi controlla chi?"

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  4. Post molto interessante. Meno male che non era protetto, cosi’ ho potuto leggerlo. Battute a parte,  io so solo una cosa: che sono talmente tanti i motivi per i quali uno apre un blog che, come effetto, hanno altrettanti modi diversi di gestirlo. Il mio è pubblico, perchè mi interessano molto i commenti di chi mi legge. Ho dovuto solo moderare i commentatori perchè l’anno scorso ho avuto una spiacevole esperienza.

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  5. alla fine, sai, nel mio caso meglio cento lettori in meno che uno in più e SBAGLIATO.
    certamente potrei tenere aperto il blog se evitassi di scrivere certe cose, ma siccome non sarei io se non lo facessi allora meglio mettere un lucchetto.
    il blog lo tengo perchè mi va di farlo, alla fine, poco importa se lo leggono zero o mille persone.
    questo naturalmente non significa che non mi importi di avere lettori e commenti ai miei scritti, anzi, ne sono sempre contento!

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